domenica 17 aprile 2016

Domenica diciassette Aprile ore diciannove e qualcosa.

Il 17 Aprile dell'anno scorso era probabilmente un mercoledì.
Tornavo a casa mia ed ero felice.
Guidavo, ma non faceva ancora così caldo. Non come oggi. Non come in questo Aprile.
Ricordo che avevo la musica alta, come sempre.
Che era l'ora di pranzo e che sorridevo.
Ricordo anche che c'era traffico, sull'Olimpica. E che non mi interessava.
Che non vedevo l'ora di vedere cosa sarebbe successo il giorno dopo.
Ma la cosa che ricordo più di tutte è che quel giorno ho capito, ho accettato ed ho ammesso di essere innamorata. Ma mica come ci si innamora di un paio di scarpe eh, proprio innamorata perdutamente.
Innamorata senza possibilità di recupero.
Innamorata talmente tanto che la vita mi faceva pure meno schifo.
Ricordo soprattutto che non ho avuto paura, che mi sono arresa all'idea di aver il cervello completamente mangiato da questa larva che è l'amore. E il cuore così gonfio che mi sarebbe servito un altro petto per contenerlo tutto senza il rischio che fuoriuscisse da un momento all'altro.
Mi ricordo che avevo voglia di fare, di scoprire, di vedere cosa che fino al giorno prima non avevo mai fatto mie e non avevo mai considerato neppure che potessero esserlo.
E mi ricordo che quando sono arrivata a casa, in ascensore, allo specchio, mi sono guardata e per la prima volta in tutta la vita ho pensato che non fossi una persona così pessima e che finalmente qualcuno l'aveva notato.
Mi ricordo di essermi emozionata per questo pensiero e l'idea di non fare così schifo mi aveva messo di buonumore. Sentivo di essere libera, di poter finalmente lasciarmi andare, sentivo che era arrivato il momento di concedermi un po' di tranquillità, senza che questa sfociasse in ansie e paure.
Scrivevo questo, il 17 Aprile 2015: http://allegrifatalismidiromaest.blogspot.it/2015/04/bury-my-bones-in-here.html
Ricordo che le parole erano uscite così spontanee che non avevo dovuto nemmeno rileggere quello che avevo tirato fuori, perché era perfetto così. Proprio come tutto il resto.
E ricordo, oggi, che infatti resta tutto solamente un ricordo.
Un tassello nel passato.
Un Aprile che sembra lontano dieci o forse quindici anni.
Ed era tutto così bello, nonostante fosse primavera, che non ci avrei mai creduto se mi avessero detto che a distanza di qualche mese avrei passato le notti a ricucirmi i pezzi persi durante la giornata e a disperarmi. Mentre tu dormivi. Mentre tu andavi avanti. Mentre tu già non ci pensavi più.
Non ci avrei creduto, perché pensavo fosse arrivato per il momento di godermi i frutti di ogni sofferenza passata e che questo durasse ancora un po'. Ancora un altro po'. Ancora un po' di più. Di più e basta.
Per quest'anno ormai è tardi, il 17 Aprile è quasi finito, ma vorrei ne arrivasse un altro degno di quello passato.
Perché Aprile passa, la Primavera passa, Tu passi, ma Io resto qui. 
E non voglio restarci da sola.

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