giovedì 18 agosto 2016

- già - Agosto.

Agosto è arrivato, da diciotto giorni ormai.
Ho la finestra aperta e sento il vicino parlare al telefono con un amico, in balcone.
Io lui non lo sopporto tanto, ma adesso mi fa tenerezza.
Parla di qualcuno. Una ragazza, tipo. E l'ha paragonata ad un film. E' una cosa carina.
A me nessuno mi ha mai paragonata ad un film.

Agosto mi ha messo le mani addosso quest'anno, peggio del solito.
Ero convinta che avrei avuto delle risposte e invece come da usanza non ho niente.
L'estate romana mi sta pesando più di quanto credessi ed è solo colpa mia, anche stavolta.
Perché avrei dovuto pensare a me e, invece, come sempre, ho pensato a tutti meno che alla sottoscritta.

L'altro giorno mi è capitato di mettermi a pensare a tutte quelle cose a cui non voglio pensare mai, quelle che evito accuratamente per non passare una brutta giornata. Ancora di più.
Però ci ho pensato.
E mi sono detta che fa un male cane, ma per certi versi non posso farci niente, per altri non voglio e per altri ancora non so proprio cosa potrei fare.

Non so chi ha detto che a vent'anni si è convinti di sapere tutto, forse qualche sociologo del cazzo.
Io non so proprio niente, anzi il brutto è che non ho mai saputo niente nemmeno prima.
Ma sono convinta che nessuno sappia nulla. Tutti sappiamo solo quello che non vorremmo sapere, ma ahimè, invece, siamo costretti a tollerare. Nel migliore dei casi.
Nel peggiore infatti ci ammaliamo.

Sono stanca.
Fisicamente, mentalmente, psicologicamente.
Sento che mi sto avvicinando ad un crollo psicofisico che non faccio altro che rimandare da mesi e mesi.
Mi fa paura perché sta scadendo il tempo limite.

Dopo grandi dolori e delusioni tutti ci danno il sacrosantissimo consiglio di "fare come ci pare".
"Devi fare quello che ti va, adesso. Senza pensare a niente, alle conseguenze, agli schemi, a niente." così ti dicono.
E infatti ti lasci trascinare dalla marea.
Che è una marea di merda, di fatto.

Ma sta arrivando anche questa scadenza.
Non ci si può giustificare per tutta la vita. Anzi, ad un certo punto si rischia pure di sembrare - o essere - ridicoli.
Si rischia di diventare ciò che si odia.
Si rischia, ma alla fine spesso e volentieri succede proprio così.

Non pensavo che mi sarei mai trovata a dirlo, ma mi manca l'Università.
Mi manca avere uno scopo durante la giornata, che anche se a fatica ti fa passare il tempo.
Mi manca studiare. Cioè non studiare studiare, piuttosto avere qualcosa da fare. Circa.
Allo stesso tempo, però, mi sento una morsa allo stomaco al pensiero di dover cominciare per la sessione di Settembre.

Ho cancellato anche l'ultima foto che avevo con quella persona.
E l'ho fatto con un'indifferenza tale che mi ha fatto paura.
Trovo faccia schifo più di ogni altra cosa al mondo vanificare i propri sforzi, i propri amori, le proprie persone, ma tant'è che questo accade.
Non è rimasto più niente.

E non è rimasto più niente nemmeno nel resto dello spazio.
Nel resto delle cose.
Niente, non c'è più niente.
E va bene così.
Credo. O forse ne sono sicura.

Il mio cucciolo cresce giorno per giorno di più e mi fa impressione.
Sento il tempo scorrere veloce, che è ciò che mi fa più paura e non posso farci nulla.
Dieci anni fa mi vedevo così diversa arrivata a quest'età e alla fine non è cambiato poi molto; ho paura che sarà lo stesso da adesso in poi. Ché magari immagino la mia vita a trentaquattro anni e fra dieci anni scopro che è identica ad ora. O peggio.

Io se mi guardo allo specchio non so nemmeno chi sono, come fanno gli altri?
Mi sento che vivo un sacco di vite senza viverne nemmeno una davvero.
E mi sento che basterebbe pochissimo per rimettermi a posto.
Ma poi, in fondo, che senso ha?
Si annichilisce tutto.

Aspetto ancora, ma in modo diverso.
E sinceramente non so nemmeno più che cosa...
Vado a briglia sciolta, ad un certo punto qualcosa o qualcuno mi fermerà.
Non so nemmeno più a cosa credere e la situazione non accenna a migliorare.
Mi dico che forse basta così. In generale, intendo.

Sono in quel periodo dell'anno in cui decido di arrendermi, con tutti, con tutto.
Tanto ci pensa la vita.
La vita trova sempre il modo di riassestarsi per conto suo o di peggiorare, sempre per conto suo.
Fa tutto lei ed io la lascio fare perché voglio vedere fin dove arriva.
O forse per tutta questa stanchezza.

Manca poco a Settembre e mi suona come una nuova occasione, ma in tutti i Settembre che ho vissuto non è mai stato così.
Magari questo è diverso.
Magari mi sorprende.
Magari cambia qualcosa.