lunedì 31 maggio 2021

Maledetto tempo. Maledetta me.

 Facciamo sempre l’errore di pensare che ci sia tempo.

Questa cosa adesso non la dico, tanto c’è tempo.

Questa invece non la faccio, ci sarà tempo.

Poi invece il tempo non c’è, fugge.

E più lo rincorri, più lo cerchi, più lui è andato e ormai è tardi.

Non si può più dire e non si può più fare nulla. Ti è sfuggito dalle mani e ti ha lasciato con il tuo vuoto da colmare. 

Un vuoto in cui ci si può solo chiedere “Cosa sarebbe successo se...?”. 

E non lo saprai mai.

Facciamo l’errore di credere che il tempo sia inesauribile e che tutto ruoti attorno alle nostre attese, ai nostri desideri e ai momenti in cui possiamo dedicarci a essi.

Ma la vita scorre.

Tu scorri.

E non ci puoi fare niente se il tempo - irrimediabilmente - vola via. Lasciandoti quel vuoto da colmare. Da levigare. Da studiare. 

Ma sempre vuoto resta.

martedì 11 maggio 2021

Caramelle.

L’ultima volta che ti ho visto ti ho portato delle caramelle, perché nella vita c’è bisogno di dolcezza. Anche quando fa ingrassare.

Te ne ho portate di due tipi: quelle con lo zucchero e quelle con la carta gialla e blu. Quando ho fatto il sacchetto ho pensato “Mettiamone tante, che di dolcezza non ce ne è mai abbastanza”.

Nelle mie stranezze c’è quella di guardare l’ora e se segna lo stesso numero pensare a qualcosa di bello, di positivo. Un desiderio che vorrei si realizzasse. E poi non si realizza mai.

Ho davvero sperato con ogni molecola del mio corpo che le ore con lo stesso numero si palesassero per farmi esprimere i desideri e farmeli vedere realizzati e che ogni coincidenza avesse un peso maggiore di quello che ha una semplice casualità. 

Io ci credo sempre, ma alla fine non arriva mai. Ci credo perché mi ostino a pensare che dopo tutte le brutture che ho visto, sentito e sopportato prima o poi qualcosa deve tornare.

E invece perché non succede? Qui manca tutto. E non ho più niente. O forse semplicemente non l’ho mai avuto. Chissà.

domenica 9 maggio 2021

Non voglio più vivere in piedi.

 

Quanto sono lunghe le giornate quando non dormi, quando è tutto piatto, quando nessuno ti aspetta e nessuno aspetti.

Cadere e rialzarsi dovrebbe essere qualcosa di astratto, qualcosa che a un certo punto finisce. Ma invece non si finisce mai di cadere, solo che poi a rialzarsi si fa una fatica immane ogni volta di più.

In questi momenti l’unica cosa che ci si riesce a chiedere è: ma perché è successo ancora a me? Perché sono così stupida che succede sempre tutto a me? 

E le risposte non arrivano e non arriveranno mai.

E io sono stanca.


Sono stanca di doverci pensare, sono stanca di dovermi preoccupare. Sono stanca di tutto. E sono stanca di dovermi rialzare.


Io non voglio più vivere la mia vita in piedi, se questo vuol dire inciampare costantemente e poi cadere. Voglio strisciare, come il verme che sento di essere.