giovedì 11 agosto 2022

Vitamina C

Nonna diceva che le macchiette bianche sulle unghie sono le bugie e ogni volta che me ne trovava qualcuna mi rivolgeva uno sguardo furbo e un po’ severo come a voler indagare su quale bugia avessi detto. Poi tornava seria e diceva “È che ti manca la vitamina C, devi mangiare le arance” e mi faceva una spremuta. 


Ho iniziato a mettere lo smalto, poi. Per evitare che tutto il mondo sapesse quando dicevo una bugia salvo poi scoprire che nessun altro ha mai coperto le sue unghie e le sue mani, dopo averne dette a me. 


In Heart of Gold Johnny Cash dice che c’è qualcosa, una piccola cosa, che continua a spingerlo a cercare un cuore d’oro, puro forse. Io mi muovo nello stesso mare, nuoto nelle stesse acque, ma di oro e pietre preziose non se ne vedono molte. Non se ne vedono proprio. 


Adesso le mie unghie sono nere di smalto, anche se le bugie non le dico più. In fondo, per davvero, non ne ho mai dette. E mia nonna è troppo lontana per farmi una spremuta d’arancia, ché se la facessi io non avrebbe lo stesso sapore e nemmeno lo stesso effetto. 


Per anni ho voluto credere e sperare che le bugie degli altri, le scorrettezze e le mancanze potessero essere curate solo con un po’ di Vitamina C, ma questo non è reale. E tante volte mi chiedo cosa davvero lo sia. A volte nemmeno io sono reale, a volte è tutta una recita. E per fortuna le unghie sono piene di smalto. 


Che non si sa mai. 

lunedì 1 agosto 2022

Indietro.

 A me la perfezione non è mai piaciuta. 

Ho sempre preferito le cose autentiche, a quelle immacolate. Ma quelle autentiche fanno più male.

Tu non sai quante volte mi sono maledetta per non essere perfetta. O per non esserlo stata. Proprio io, che alla perfezione non ci ho nemmeno mai creduto.

Mi sono chiesta cento, forse mille volte o ancora di più, cosa potessi fare per essere all’altezza di tutte le cose che sono successe.

E la realtà è sempre stata una: non avrei mai potuto. 

Non avrei potuto perché sono fallace, come tutti. Non avrei potuto perché a nessun essere umano al mondo è richiesto di essere perfetto, perché non è questo ciò che davvero conta. E perché non è giusto. 

Mi sarei potuta arrabbiare, forse.

Avrei potuto sbattere tante porte.

Scegliere il silenzio.

Oppure urlare. Quanto avrei urlato! 

Ma non è mai stato questo l’obiettivo.

Ho preferito essere quella che puntava la sveglia il sabato e la domenica mattina, soltanto per vederti. Anche con la pioggia. Anche con il caldo. Anche per poco.

Ho preferito essere la stessa che c’era sempre, a qualsiasi ora. Perché è così che deve essere. O forse no. 

Ho preferito sbagliare, pensando di essere ricompensata un giorno.

Ma le ricompense non arrivano mai, vero?

Non c’è un momento durante il quale tutto si ferma e torna nelle tue mani quello che hai dato o che hai perso o che hai speso.

Non c’è. 

Forse allora bisogna vivere con quello che si è perso; forse è proprio questo che ci ha fatto guadagnare qualcosa.

Più consapevolezza?

Più fermezza?

Non lo so. 

Continuo a vivere senza un pezzo. Sperando di ritrovarlo, prima o poi.

E se così non dovesse essere non fa nulla, saprò lo stesso che qualcosa di me vaga ancora per il mondo. Anche se non è mai tornato indietro.