martedì 15 febbraio 2022

Ingombrante.

Mi sento sempre di troppo.

Ingombrante. 

Come se fossi stata messa per caso in un posto, qualunque posto. 

Ecco perché non mi stupisco mai quando qualcuno decide che non mi vuole più nella sua vita.


Succede con le vecchie poltrone, con i vasi ammaccati, con i tavoli a cui manca una zampa. Perché sono di troppo, ingombranti, e c’è bisogno di fare spazio per le cose nuove. Quelle belle.


Immagino che la vita degli altri scorra serenamente senza me al loro fianco, in qualsiasi modo io sia stata al loro fianco.

Altrimenti non avrebbe alcun senso scegliere di percorrere la strada da soli.


Eppure è così.


Non mi spiego il perché di tante cose, ma sono stanca di domandarmi sempre se ci sia una ragione dietro ciò che succede.

E anche ci fosse, poi, in fondo, cosa mi dovrebbe fregare?!


La differenza fra un “in più” e “troppo” è labile e sottile, ma c’è. 


Mi sforzo di essere sempre la versione migliore di me stessa, con tutti, ma sono fallace e umana e cado. Eccome se cado.


Guardo quello che mi circonda con occhi di meraviglia, perché nonostante tutto riesco ancora a meravigliarmi per qualcosa.


Mi sento una bambina che scopre il mondo per la prima volta, ma la realtà è che sono anni luce lontana da tutto quello che oso anche solo desiderare. 


Da lontano lo immagino, lo bramo, lo osservo negli altri, ma non mi azzardo a sperarlo. Non mi permetto di illudermi.


Sarebbe bello però, mi dico.


E fugace passa l’idea nella mia mente, un secondo prima che io mi ricordi che sperare non fa per me. Immaginare non fa per me. Desiderare non fa per me.

Nulla, in realtà, fa davvero per me.


Vorrei averlo capito prima, molto prima. Quante delusioni mi sarei risparmiata, quante aspettative in meno avrei riposto in me stessa e quante energie avrei consapevolmente abortito prima ancora che potessero nascere dentro di me.


Eppure ora è troppo tardi, perché le ho avute e mi hanno consumato. 

Giorno dopo giorno mi spengo un po’ di più e arrossisco al pensiero che qualcuno non se ne accorga, che io possa davvero prendere in giro gli altri e me stessa. Ma la realtà, in fondo, è che c’è un momento in cui si resta soli e non si può più fingere.


Ecco, questo è il mio momento.

E non ha più senso raccontarsi bugie perché è tutto così chiaro e limpido che fa male. 


Domani è un altro giorno, comunque.

Un altro lungo e identico giorno.


Ma finirà.