lunedì 27 marzo 2023

20:30. È marzo.

 Non ho mai studiato. 

O meglio, mi serviva un po’ di tempo per capire cosa mi piacesse studiare.

Quando ero piccola nessuno faceva i compiti con me, perché c’era poco tempo e perché non mi andava di farli. E non c’era abbastanza pazienza per provare a convincermi o per farmi trovare la strada giusta.

Ci ho messo tanto tempo per capire che non ero, che non sono, stupida. Tanti anni e tanti percorsi falliti, prima di capire che serviva quello giusto, per andare avanti. 

Ancora oggi mi chiedo quanto sarebbe cambiata la mia vita se fossi stata incoraggiata un po’ di più e quanto potrei ancora fare, se non fossi ormai sovrastata dalle ombre di un passato che sembra non essere nemmeno più il mio.


Avevo cambiato scuola da poco e mi ero fatta un’amica. Eravamo a pranzo a casa sua e dopo aver finito di mangiare sua mamma si era seduta vicino a noi, per aiutarci a fare i compiti. Che cosa bislacca, pensavo.

Noi eravamo poco concentrate (in realtà la colpa era mia) e a un certo punto, dopo averci rimproverato diverse volte, si era alzata andandosene via. 

“Ecco, adesso non ci aiuta più”, aveva detto la mia amica. E io non capivo quale fosse il problema, quale fosse la mancanza. 

D’altra parte non avevo mai avuto nessuno che studiasse insieme a me. Ho pensato fosse strano per anni, che la mia amica avesse bisogno di sua madre per fare i compiti. Solo molto tempo dopo ho capito che forse quella strana, diciamo così, ero io.


Sono passati tanti anni da quell’episodio, eppure mi è tornato in mente proprio di recente e non mi lascia in pace. Chissà perché proprio ora, poi. 

Ho sempre pensato di non aver bisogno di nessuno perché, di fatto, se non c’è nessuno intorno, nessuno può aiutarti.

E allora le cose alla fine le fai da solo, alla meno peggio.

In qualche modo le fai sempre.

Però ogni tanto mi viene il pensiero che mi suggerisce che forse, solo forse, lo vorrei vorrei davvero qualcuno su cui poter contare, non necessariamente puntando sul suo aiuto pratico e materiale, ma sulla sua presenza, magari.

Mi piacerebbe sapere, in fondo, che anche se dovrò fare qualcosa da sola, potrei affrontare il peso degli oneri e dei doveri contando su un supporto in più. Anche piccolo. Anche minimo. Anche da lontano.

Lo stesso che forse mi sarebbe servito quando era l’ora di fare i compiti. Alla fine non li ho mai fatti, quei compiti. O peggio, li ho fatti male. 


Non sono stupida.

Sono intelligente, ma non mi applico.

Me l’hanno sempre detto. 

È distratta, mi dicevano.

E ogni tanto me lo dicono ancora. 

Non mi sono mai chiesto se sia vero, perché per troppo tempo ho lasciato che fossero gli altri a descrivermi, prendendo quello che dicevano per buono. E basta. 

E adesso che ho finito i compiti da fare, però, cerco ancora qualcuno che voglia sedersi accanto a me senza giudicarmi per gli errori che faccio.

Magari incitandomi a fare sempre del mio meglio. Visto che io da sola, fra le cose che ho dovuto fare, mi sono sempre scordata di dirmelo.