lunedì 26 luglio 2021

Era un bel posto.

Ci sono andata da sola in quel posto dove volevo portarti.

Forse alla fine non ti sarebbe nemmeno piaciuto così tanto.

Meglio così, mi sono detta.

Ho sempre avuto il terrore di deluderti. E alla fine è successo a te.


Ci sono andata da sola, ma è stato un caso.

Forse un segno. Chissà.


Faccio tutto da sola da quando non ci sei, per me che non ero sola mai nemmeno quando non c’eri. E invece adesso sono sola per davvero.


Meglio così, a volte mi dico.

Potevo deluderti, mi dico.

E invece alla fine è successo a te. Ma tu questo non lo sai.


Quel posto dove volevo portarti è sempre stato vicino e non lo abbiamo mai trovato.

E io ieri ci sono stata da sola, ma per caso.

L’ho trovato io.


Forse alla fine non ti sarebbe nemmeno piaciuto così tanto.

Meglio così, allora.

Avevo paura di deluderti e invece mi hai deluso tu. 

Succede, mi dico.

Meglio così, allora.


Comunque era un bel posto. Te lo giuro.

venerdì 23 luglio 2021

Le giostre.

È successo di nuovo. Tutti intorno a me arrivano da qualche parte.

E io li guardo e mi brillano gli occhi e vorrei dire a tutti quanti quanto sono felice, per loro.


Però vorrei esserlo un po’ anche per me.

Mi sento come i bambini che aspettano il loro turno per salire sulla giostra, con gli occhi bramosi di assaporare quel momento e sentire il vento in faccia dello sfrecciare in tondo. 

Ma non salgo mai.


Non arriva mai, il mio turno.

E resto a guardare gli altri che volteggiano, che si divertono, che vivono e avvertono quella stretta allo stomaco tipica di quando hai la paura buona, bella, dei momenti che ti tolgono il fiato. Dell’emozione sul viso e nelle mani che tengono forte l’appiglio della tua vita e di quella degli altri.


Li guardo. Tutti.

E mi brillano gli occhi mentre mi si spegne tutto dentro.

E aspetto il mio turno per la giostra, che puntualmente - quando arriva - la giostra è guasta, non funziona, non va veloce, incespica, si ferma e io devo scendere.

E mentre scendo qualcuno sale. 

E non sono mai io.


È successo di nuovo.

E gioisco dei traguardi altrui, mente aspetto i miei che non arrivano mai, ma che si spostano sempre un po’ più in là, un po’ più lontani, un po’ più avanti, un po’ più fuori dalla mia portata.


Io li guardo da lontano.

Mentre gli altri, sulle loro giostre, li afferrano girando in tondo con le mani che si tengono alla vita, strette, forti. 

E con il vento in faccia.

E il sorriso di chi ha paura, ma intanto ce l’ha fatta.


I miei occhi bramosi me li tengo per me, con la fame che hanno e con la sazietà che meriterebbero.