venerdì 26 giugno 2015

23.

Il mio compleanno è quel giorno dell'anno che ho sempre odiato.
Sai, parenti che non vedi dal mesozoico che chiamano, si informano, ti chiedono.
Amici o presunti tali che escono fuori perché Facebook dice che è il tuo compleanno.
E vecchi amanti, o gente che ti ha sempre più o meno voluto, che colgono l'occasione per carpire informazioni e sapere se sei ancora sulla piazza o no.
Come se poi cambiasse qualcosa.

La combo micidiale è che compio gli anni in Estate.
Tipo le due cose che odio di più, insieme.
Stamattina mi sono alzata e ho pensato "oddio, li ho fatti veramente."
E mi sono preparata ad affrontare una giornata che sapevo sarebbe stata pesante.


Da qualche ora però il telefono si è calmato.
Facebook pure.
Anche Twitter.
E sono qui. In cucina. Fa caldo, ma sopportabile. O almeno così pare.
C'è Luna qui vicino a me e mia madre che vaga per casa.

A quest'ora, mi dice, ero nata da un'ora e ventotto minuti.
Un parto travagliatissimo perché già all'epoca avevo capito che non volevo uscire.
E mi sa che ci avevo visto giusto.

Mi fermo un attimo a pensare e respiro. Finalmente.
Perché, guardando indietro, vedo che le cose non stanno andando così male.
Ed in fondo è come se fosse un giorno come un altro. O quasi.
Vedo che la mia vita è arrivata ad un traguardo, in effetti.
E che il punto dove sono ora non è morto.

Vedo che ho tagliato tanti rami secchi intorno a me.
E ne sono felice.
Ci voleva.
Come quando ho fatto il trasloco.
Ho buttato tanta di quella roba che appena ho finito, mi sono sentita soddisfattissima e meno pesante.
Via le zavorre. Ora e sempre. Questo l'ho capito.

Mi sono rimaste intorno persone che non credevo, altre in cui speravo e altre ancora che sono una sorpresa e va bene così.
Certo, l'università potrebbe andare meglio.
A casa anche.
Ma fuori è pieno di soddisfazioni.
Mi sono svegliata con il messaggio più carino del mondo, anche se non diceva niente di che.

E come sempre le piccole gioie ripagano e diventano grandi emozioni.
Sta frase fa schifo, ma il concetto è chiaro.

Io lo odio il mio compleanno.
Però quest'anno è diverso.

mercoledì 17 giugno 2015

Anche se fa caldo.

Rimango sempre un po' scombussolata dal tempo che passa.
Passa ed inevitabilmente si porta dietro periodi e persone. Che siano negativi o meno.
Ma lui passa e le porta via.
Mi sono sempre chiesta come mai. Mi sono sempre chiesta il perché le cose debbano cambiare.
E forse la risposta più sensata è sempre stata "Perché sì".

Perché in effetti, se non cambiassero in peggio, non potrebbero cambiare nemmeno in meglio.
Il che favorisce una visione piuttosto utopistica del tutto, ed invece ho scoperto che "uno su mille ce la fa".
Se ti capita di essere quell'uno, dalla vita puoi solo farti sorprendere.

Ho sempre confidato poco nelle persone nate sotto una buona stella, quelle che non hanno mai avuto un problema in vita loro. 
O forse semplicemente sono sempre stata troppo concentrata a biasimare il prossimo.
E guardarlo dall'alto in basso.
Non so perché, forse mi riusciva solo facile. Ma ho sempre mantenuto la mia umiltà.
Il che suona strano, lo so.

Non sono mai stata capace a non risultare così.
Strana, intendo.
Perché "strano" ha tante sfumature. Tanti significati.

Poi un giorno trovi una persona che ti guarda per quella che sei.
E non vede niente di strano.
E te lo dice, anche.
Ti dice che non lo sei.

E in quel momento capisci che sono tutte chiacchiere.
Tutti atteggiamenti.
Degli altri.
Di quelli che non hanno mai saputo capire.
E ci puoi fare una lista lunga sei chilometri. 

Per milioni di persone che non hanno mai capito, chiedi quell'unica persona al mondo che invece lo fa.
E se arriva sono gioie e dolori.
Se arriva ti devi adeguare e fa paura.
Fa paura perché ti devi impegnare. Anche se alla fine, poi, ti riesce tutto abbastanza semplice.

Ironico.

Che il tempo sia infame è ormai una grande costante della mia vita.
Anche se, ultimamente, mi ha stupito.
Forse perché sta dannata ruota doveva girare anche per me (?)
Era arrivato il mio momento?
Non lo so.

Però so che a volte fantasticare non è del tutto sprecato.
E magari le cose che accantoni perché troppo "lontane", alla fine, gira che ti rigira, sono quelle più vicine.
Talmente vicine che le abbracci forte.
Anche se è Estate.
Anche se fa caldo.