venerdì 12 dicembre 2014

Cambieremo M a i .

In zona S. Giovanni c'è una via stretta stretta, a senso unico, dopo Piazza Zama, girando sulla destra.
E' un posto così pieno d'amore che quasi fa paura passarci davanti, dopo anni.

Oggi è venerdì e le cose sono cambiate.
Oggi è venerdì e non si va a Via Lidia stasera.
Perché Via Lidia non c'è più.
O meglio, lei sì, ma noi no. 

A Via Lidia è rimasto tutto di noi, il cuore, i ricordi, le risate e le urla della signora del primo piano.
Quella signora che abbiamo sempre preso in giro, ma che alla fine abbiamo rispettato.
La spavalderia non è stata il nostro forte quando ci ha messo davanti alla verità, quando abbiamo chinato la testa e chiesto scusa.
Sono sicura che sente la nostra mancanza anche lei.
Sembrava assurdo, anni fa, quando rimanevamo fino a tarda notte davanti a quel cancello. Sembrava assurdo che un giorno potesse mancarci tutto questo. E invece così è stato.

Se torno indietro con la mente, riesco a ricordare perfettamente il momento in cui la magia si spegneva e sentivamo le sirene avanzare, facendo a gara a chi fosse il più veloce a riprendere la macchina e ad allontanarsi da lì per poi ritrovarci qualche metro dopo a ridere e pensare di averla sfangata anche quella volta.

Allora ci vediamo alle 22:00 a Via Lidia eh.
Questo ci dicevamo.
E alle 22:00 puntualmente eravamo lì. Chi puntuale, chi meno.
Perché non era la puntualità ad essere importante, anche in ritardo di due ore, eravamo sempre puntuali.
Era il fatto di esserci.
Di ritrovarci. Ognuno con i suoi infiniti problemi, con mille paranoie da mettere da parte.
Da dimenticare per quelle ore.

E si parlava del lavoro, che non andava tanto bene.
Dello studio, che ci opprimeva.
Della manifestazione, che era andata bene, ma non eravamo contenti lo stesso.
Si parlava del concerto, che non vedevamo l'ora arrivasse.
Si parlava della trasferta.
Si litigava, ci si scannava, per colpa del Derby o di chissà quale altra cosa.

Poi ci si guardava, si dicevano due parole e capivamo tutti che tanto lontano non potevamo andare.

Oggi è venerdì.
Oggi non si va a Via Lidia.
Oggi non si scherza sulla manifestazione, non si litiga per la squadra, non si ride per il concerto.

Quel cancello è rimasto chiuso, da anni.
Nessuno l'ha più aperto. E quando ci passo davanti rivedo tutti noi lì fuori, anche a Gennaio, anche col freddo. Sì, perché dentro non si fuma, mi raccomando.

Questa storia che dentro non si poteva fumare ci ha portato a congelarci le mani e la faccia, durante i nostri inverni in quella via stretta stretta, a senso unico.
Ci ha portati a stringerci, abbracciarci e nei casi più fortunati, a baciarci. Ed incontrarci.
Dentro non si fumava, ma fuori si faceva l'amore. Anche senza farlo.
Perché il nostro esserci era Amore.

Le cose sono cambiate con quel cancello chiuso.
Ed ogni volta, ogni giorno, ogni incontro, è un eterno ricordare. Ridere e piangere insieme.

Eh, ti ricordi quando andavamo a Via Lidia.
Questo ci diciamo, oggi.
E ce lo ricordiamo tutti, quando andavamo a Via Lidia.

Come quella volta che ci siamo allontanati, per il compleanno di Alessio.
Arrivati a Via Ostiense, poi, ci siamo guardati e abbiamo detto "ma perché siamo qua?"
e ridendo siamo tornati indietro. Era il nostro luogo. Il nostro angolo di Paradiso.
L'oasi che ci proteggeva.

C'è una via stretta stretta in zona S. Giovanni, dopo Piazza Zama, girando sulla destra.
E' una via a senso unico.
Perché forse a Via Lidia ci si può solo andare, ma mai tornare indietro.

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