sabato 15 agosto 2015

Senza niente da dire, ma con molto da fare.

Sono tornata.
Il quindici di Agosto, Roma, è bellissima. Più del solito.
E' bella perché è vuota. O quasi.
E' bella perché sono tornata.
E' bella perché è casa.

Ieri mia madre era a Praga e mi ha mandato un messaggio.
Ha detto che quella città è bellissima e che le ha fatto venire voglia di fare un viaggio insieme a me.
Mi sono commossa.
Ma non sono riuscita a rispondere.
Ho cambiato discorso e la conversazione è variata.

Poi ho pensato fosse un'idea carina, in fondo.
Ho sorriso fra me e me pensando che magari non è tutto perso come credevo.

E ho fatto male.

Oggi sono tornata a Roma.
Mi mancava da morire.
Ma aprendo la porta di casa mi sono resa conto che non è esattamente dove dovrei essere.
Non è un posto sano dove poter rimanere.

Poi di colpo ho capito che ero stata presa in giro, ancora una volta.
Sempre dalle stesse persone.
Questa cosa mi ha incupito, fatta arrabbiare e sgolare.
Nemmeno dieci minuti dopo aver messo piede dentro casa mia.

Mi sembra sempre più chiara la mia direzione e la sto immaginando in modo così forte che, sono certa, mi porterà a qualcosa.

Agosto a Roma è tutto ciò che puoi volere. O odiare.
Sembra le temperature si siano abbassate.
Mi preparo a passare i prossimi giorni da sola. O quasi.
Mi preparo a godermi la casa vuota, disposta a piegarsi ai miei orari, alle mie abitudini.
Sono le mie famose due settimane. 
Quelle dedicate solo al rimettere la testa a posto, a distrarmi. Sono più di una vacanza vera.

Sono le ventidue e zero-sei minuti.
Sono stanca morta.
Ma anche arrabbiata nera.
Ho intenzione di dormire fino alla prossima settimana.
Ho intenzione di fare solo ciò che mi fa stare bene davvero.
E ho intenzione di vivere tutto quello che mi sono persa. Da sempre.

Questo nervosismo gratuito non fa altro che peggiorare.
La cosa che più mi fa male è che a rimetterci sono sempre persone che non hanno colpe.

Me, soprattutto. 

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