domenica 17 gennaio 2016

- Ogni maledetta - Domenica.

La Domenica è tornata ad essere grigia. Come tutto il resto.
Ripenso all'anno scorso.
In questo periodo ero probabilmente la persona più felice del mondo.
Era tutto ovattato, tutto bianco. Tutto bello.
Iniziava a prendere vita una storia che non conoscevo, che non avevo ancora scritto.
E' stato difficile, i primi tempi, credere fosse tutto vero.

Come lo è adesso, capire che purtroppo è tutto dannatamente vero.
Così vero che ti prende a pugni.
Ogni gesto, ogni minima cosa è diventata pesante come un macigno.
Provo a distrarmi, a volte, ma con scarsi risultati.

Ieri sera ero al compleanno di un mio amico.
Avevo forse un centinaio di persone attorno, in quel pub.
Mi giravo, li osservavo e mi sentivo completamente sola. Ancora.
Sentivo che non sarei tornata a casa con il pensiero fisso di raccontarti la mia serata, con la voglia di condividere con te qualcosa che avevo visto per tutti e due mentre non c'eri.
Sentivo che non sarei tornata a casa, nel mio letto, aspettando che anche tu mi raccontassi qualcosa della tua, di serata. Che anche tu mi facessi ridere dicendomi cosa avevi visto.
E sentivo che sarei andata a dormire da sola.
E mi sarei anche svegliata, da sola.

Uscire in questo periodo mi fa male.
Truccarmi mi fa male.
Vestirmi mi fa male.
Ogni tanto mi guardo allo specchio, quando non piango.
Alzo la maglietta e vedo che la pancia piano piano si sta assottigliando e i fianchi sparendo.
Mi provo le cose e vedo che mi cadono meglio, sì.
Ma forse non avrei barattato tutta quella morbidezza con questo dolore martellante. Senza forse.

L'idea di ricominciare da capo tutto quanto mi distrugge dentro.
Quando ami qualcuno l'idea di essere bella, di essere desiderabile, nasce e muore con la persona che ami.
Non ho mai pensato di truccarmi o vestirmi in un certo modo per qualcun altro.
L'ho sempre e solo fatto per te.
Non mi interessa risultare bella o affascinante o piacente o seducente a mille persone.
Non voglio questo.
Quando piaci a tutti, non piaci a nessuno.

Mi ha sempre fatto sorridere e arrossire l'idea di piacerti.
Di piacerti sempre.
Dalla mattina alla sera e poi ancora fino alla mattina dopo.
Mi hai visto in pigiama e sui tacchi, struccata e acconciata come fossi pronta per il circo.
Mi hai vista appena sveglia e con lo sguardo stanco e poi mi hai vista pimpante e piena di voglia di uscire, svagarmi, ridere.

In questi giorni ho maturato l'idea che probabilmente non ti vedrò tornare. O comunque non a breve.
Ieri sotto casa mia c'era una macchina identica alla tua, nel posto dove la lasciavi sempre tu mentre mi aspettavi. Ho avuto un sussulto e credo di aver guardato il tipo seduto dentro in modo strano.
Nella mia testa ti aveva rubato il posto, una cosa inaccettabile.
E ho paura che possa arrivare qualcuno a rubare il posto che ti ho lasciato dentro di me.

Abbiamo passato insieme tredici mesi, che per una come me significa praticamente una vita intera.
Ci siamo occupati l'uno dell'altra ogni giorno, siamo cresciuti e siamo andati avanti.
Io ti ho dato tutto.
Sono rimasta senza niente. E non lo dico per dire.
Hai tutto quello che mi apparteneva e al pensiero di doverlo ritrovare mi sento male.

Vorrei non ci fosse nessun altro spazio qui dentro, se non per te.
Come mi hai lasciato pensare fino a undici giorni fa.
La Domenica è tornata ad essere quella che era prima. Uno schifo.
Non ci sei tu che mi racconti come stai dopo la partita, non ci sei tu che aspetti di sentirmi per farti consolare un po'.
La Domenica, adesso, è solo la Domenica.
E' solo il giorno dopo il sabato, quello prima del lunedì.

La prima volta che ci siamo visti era proprio Domenica.
Siamo tornati a casa alle 05:00 del mattino e dopo due ore avevamo la sveglia.
Tu per un motivo, io per un altro.
Mi hai scritto "ne è valsa la pena fare così tardi, buonanotte".
Mi sono addormentata e per una volta, la Domenica, non era più solo Domenica.

E' tutto buio. Dentro.
E fa un freddo che mi entra nelle ossa.
L'altro giorno una persona mi ha guardato e mi ha detto "come sei bella..." e la mia reazione è stata un silenzio glaciale, spettrale quasi.
Sono rimasta paralizzata. Non ho detto una parola mentre lasciavo che questa persona mi abbracciasse e sempre in silenzio mi sono uscite delle lacrime grandi quanto il Tevere.
Non deve essere piacevole stare con me, in questi giorni. E lo trovo orribile, vorrei scusarmi con tutti.
Ma vorrei che qualcuno chiedesse scusa anche a me.

L'altra notte ti ho sognato.
Ti dicevo "ho trovato la soluzione per questa situazione orrenda" e tu mi dicevi "lo so, hai sempre la soluzione a tutto". E funzionava.
Svegliarmi è stato come avere un coltello conficcato nella tempia e non c'era la possibilità di toglierlo.
Nessuna. Nessuna possibilità.

Giorni fa ho riso.
Ero davanti alla TV e ad un certo punto la scena demenziale di un telefilm mi ha fatto ridere.
Ed è stato così bello.
Non mi stavo sforzando. Ridevo perché volevo farlo.
E fa ancora più male sapere di ridere da sola, sapere di non poter ridere con te.
Abbiamo sempre scherzato tanto, tu ed io.
Era questo che mi piaceva di noi.

Passavamo le giornate a ridere di tutto e tutti.
A dirci che eravamo una coppia fichissima perché non c'erano drammi fra noi, non litigavamo mai perché "è inutile litigare se due persone si vogliono bene". Se ripenso a queste parole, quelle che tu stesso mi dicevi, mi si stringe il cuore.

Non so chi fosse la persona che avevo davanti quel mercoledì sera.
Quello in cui il mondo mi è crollato addosso come l'intonaco di un vecchio soffitto.
Non l'ho mai conosciuta quella persona. E vorrei fosse ancora così.

Vorrei smetterla di piangere per ogni cosa.
Vorrei smetterla di guardare le altre coppie e sentirmi sola al mondo, pensando a tutto quello che avevo neanche un mese fa.

Con il tempo mi sto incattivendo.
Nei tuoi confronti, in quelli del mondo.
Ma ho ancora fiducia. E questa è una di quelle cose che fa male a chi ti odia.
So che non smetto di avere fiducia e speranza. Nonostante io vacilli sempre, continuamente.

Tremo come una foglia al pensiero di dover affrontare la vita in questo modo, da oggi in poi.
Ma mi fa ancora più paura il fatto che sto iniziando a dubitare dell'unica persona che mi abbia mai amato.
Sto iniziando a dubitare di te.
E questo, credimi, mi annienta.

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