lunedì 11 gennaio 2016

Cinque Giorni.

In effetti ci starebbe proprio bene se iniziassi a postare Cinque Giorni bla bla bla di Zarrillo.
Sì, perché con oggi sono ben cinque infiniti giorni di agonia.
Nella vita pensano tutti che ti servino cose inutili, come imparare la matematica.
Quando poi, voglio dire, a chi mai è servita? Oggi, nell'era del digitale, chi si mette a fare i conti da solo?!
Nel mio mondo ideale esiste la scuola che ti insegna a prendere batoste un giorno sì e l'altro pure.
Ma alla fine ti istruisce pure su come evitarle o come rialzarti subito dopo.

A me i filosofi di strada non sono mai piaciuti.
Sì, quelli che ti dicono che la vera scuola è la strada, come se vivessero in qualche barrio pericolosissimo e poi magari scopri che sono residenti a Collina Fleming.
Secondo me non sei mai preparato a niente.
Dissento anche un po' da quelli che si fanno portatori di verità assolute e si atteggiano a mistici personaggi distaccati dalle emozioni e dal resto. Quelli che "io non mi stupisco più di niente, io non soffro più, io ne ho passate così tante che...".
No perché ehi, anche io ne ho passate tante, direi infinite.
Però la novità è che non sono ancora così disillusa da credere che non ne passerò altre, di schifosissime cose. E persone. E situazioni. E bla bla bla, di nuovo.

Cinque giorni che mi pesano come fossero cinque anni.
Il distacco totale da qualcuno per me è qualcosa di completamente campato in aria.
Mi è capitato solo nell'ultimo anno di distaccarmi completamente dalle cose tossiche del passato e ci sono voluti quel migliaio di giorni non indifferente, comunque.

Non mi sono mai atteggiata sulle emozioni, anzi, forse mi sono sempre vantata di provarne.
Una cosa furbissima da fare se sei stato, sei e sarai bersaglio, ma alla fine la regola dello sti cazzi vince sempre.
Non so perché quando la gente parla di me finisce sempre che io sono quella forte.
Ma forte di che? Ma perché?
Mi ricordo che quando i miei si separarono sentivo sempre questa parola. "Forte".
E dicevo "mah, ma che cazzo vuol dire, ma perché, ma che senso ha".
E ancora oggi me lo chiedo.

Quando morì mia nonna e quando poi morì l'altra era un continuo di "fatti forza, ma tanto la supererai, non ti preoccupare". Certe cose non si superano, si accettano. E certe nemmeno quello.
Cinque giorni fa mi è cascato l'universo addosso.
Dal giorno alla notte la mia vita è stata stravolta e sono rimasta in questo limbo sudicio, ancora più in basso di dove mi trovavo prima.
In questi giorni mi hanno detto "hai fatto tanti progressi, non buttarli via".
Progressi?
Non li ho fatti da sola, quei progressi.

Immagino che ogni progresso cada poi in prescrizione se la persona che ti ha portato a farlo cade insieme a tutte le cose che hai guadagnato, no?
Mi sento sola. In un modo terribile.
Sola in mezzo alla gente e non c'è veramente cosa peggiore.
Ho un vuoto intorno allucinante e l'unica cosa che mi viene da pensare è dove cazzo trovare la forza per riacchiapparmi. Sì, perché non ce l'ho.
Mia cugina mi ha detto "prenditi il tuo momento per essere scioccata". Non credo ci sia consiglio migliore.

Andare avanti adesso sarebbe un'ipocrisia.
Una volta ci ho provato ed è andata male.
Poi ci ho provato ancora ed è andata peggio.
Non posso andare avanti senza una meta e questo è sicuro.

Li odio quei discorsi ipocriti secondo i quali le cose devi farle per te.
Oppure "ricordati che sei la persona più importante nella tua vita".
Sì questo lo so.
Lo so bene.
Per questo vorresti mettere la testa dentro al forno, perché da sola non ti basti.

Cosa cazzo significa una vita in solitudine?
L'essere umano non è fatto per vivere solo. E nemmeno in branco.
Ma in due.
Poco da fare, è così.
Anche se prima di trovare quell'altro che fa il secondo in una storia di vita ce ne vuole di tempo - ed io infatti ne so qualcosina ina ina - 
Dico che bisogna vivere in due perché il troppo stroppia, ma anche il nulla.

La vita è tornata ad essere grigia.
Un grigio orribile, tra l'altro.
Sento una morsa intorno al cuore e una pesantezza sulla schiena che quasi non mi permette di camminare dritta.
Alle volte sento che mi manca il respiro. E non tanto per dire, mi manca proprio.

Svegliarsi con un solo pensiero in testa è la cosa più bella del mondo, ma anche la più orribile.
Quando una storia finisce sei tu che devi raccogliere i cocci del passato e metterli da parte.
Per quanto mi riguarda l'ho sempre messi in una scatola mai troppo lontana e mai troppo chiusa.
Anzi, diciamo pure spalancata.
Questa volta credo non possa essere così e la questione mi ammazza.

Credo seriamente di aver sfiorato la morte mercoledì sera.
No, non voglio esagerare, ma non sono stata l'unica a dirlo.
C'è ancora qualcuno al mondo che ha una certa sensibilità e riesce a non sparare sentenze a caso.
Strano, lo so.

Nella testa ho una confusione totale, non riesco a mettere mezzo pezzo insieme.
Non riesco a capire niente e vorrei passare le giornate senza responsabilità.
Senza studiare, senza affrontare le situazioni.
Vorrei passare le mie giornate fuori ed allontanarmi dalla realtà.

Ma tanto a che serve se ogni cosa che vedo vorrei fotografartela e mandartela.
E ogni volta che accendo la TV c'è un trailer di qualche film che dovevamo vedere insieme.
E ogni volta che faccio qualsiasi cosa arriva puntuale il tuo ricordo.

Succede questo dopo cinque giorni.
Poco da fare.
Eri in tutto. Sei in tutto.
E il tempo sembra non passare mai.

3 commenti:

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  2. È da quando hai aperto il Blog che ti leggo e seguo silenziosamente, mi piace come scrivi e quello che scrivi, però, in questi giorni mi dispiace leggere le tue parole, perché so cosa stai passando, so come ci si sente, ci sono passata circa un anno fa, e il ricordo di quel dolore è vivido sulla mia pelle e sul mio cuore. Riuscire a reagire e stata una sfida, come leggevo qui sopra, hai ragione, dovremmo tutti in questi casi prenderci del tempo per rimanere scioccati... e la gente dovrebbe smettere di dire frasi fatte anche se lo fanno per il nostro bene...una cosa però ti vorrei dire,se l'amore che provate è vero e forte, vi ritroverete...
    I feel You



    Elisewin_25

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    1. Grazie Elisa, sei davvero carina. Perdona il mio ritardo nel rispondere al commento, ma come puoi immaginare sono giornate difficilissime da superare. Non so dirti se ci ritroveremo, anche se la speranza è sempre l'ultima a morire...è successo tutto così velocemente che ancora non so se sia realmente vero. Ti abbraccio, anche se in ritardo, per quello che hai passato un anno fa. Feel you too.

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