martedì 23 giugno 2020

Fuori (di me)

Io penso sempre che le cose poi migliorano, mi faccio forza con questo pensiero che a volte rimane sul fondo del mio cervello, altre volte invece è forte e prepotente e ci credo per davvero. Penso sempre che le cose poi migliorano.
Un giorno, chissà quando. Poi apro gli occhi e magari quel giorno è arrivato, ma di migliore non c’è nulla. 
Solo passi indietro. Dieci, cento, mille passi indietro sempre. Penso che le cose poi migliorano, ma quando? 
Cerco la razionalità, cerco di guardare cosa ho, cosa ho ottenuto, ma poi inevitabilmente penso a quello che mi manca e a quello che vorrei. 
Quando penso che le cose migliorano è perché mi viene in mente che un giorno magari migliorerò pure io. 
Mi dico che ci sarà un giorno in cui mi guarderò allo specchio e non mi mancherà nulla, mi vedrò bene dentro e fuori perché sarà arrivato il giorno in cui sarò migliore. 
Penso sempre a domani. A settembre mi chiedevo dove sarei stata oggi e oggi è arrivato e dove sto alla fine non lo so nemmeno io. Allora mi viene da chiedermi dove sarò a ottobre e se avrò le risposte che cerco adesso, ma la verità è che a novembre avrò gli stessi dubbi e le stesse paure. 
E io sono così stanca di avere paura. 
Di tutto, di tutti. 
Mi dicono “Da fuori non sembra” e io sorrido e ci rido su e gli altri allora pensano che io rida per davvero. 
Ma da fuori non sembrano tante cose. 
Da fuori ho un lavoro che mi piace, ma dentro lotto ogni giorno con una forza che a volte mi vorrebbe trattenere a letto, al buio e non combinare nulla. 
Da fuori ho ripreso in mano la mia vita, ma dentro mi sento piccola e insicura. 
Da fuori ho raggiunto i miei traguardi, ma dentro non vedo la fine del tunnel. 
Da fuori mi sono laureata (due volte!) ma dentro solo io so quanto sono profondamente delusa da me stessa per aver preso la prima in ritardo. 
Da fuori qualcuno si è accorti di me nel mondo e magari mi vuole al suo fianco, ma dentro lo so solo io quanto piango ogni giorno chiedendomi il perché di tante cose e sentendomi sbagliata e inetta qualsiasi cosa faccia. 
Da fuori sembrano tante cose, ma dentro ci sto solo io. 

4 commenti:

  1. Mi ha sbattuto in faccia una o due cose che sono crucci eterni della mia vita. E mi è piaciuto molto.

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    1. In realtà mi dispiace se ti ci sei ritrovato, anche se un po’ sono curiosa di sapere esattamente in quale passaggio :)

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    2. Già le prime righe mi hanno fatto sentire a casa. Ho rivisto la mia innata capacità di concentrarmi con tutte le forze che ho in corpo su quello che non va: magari una, una sola cosa, anche piccola o piccolissima, che si nutre della mia attenzione, delle mie energie e troppo spesso della mia autostima, fino a diventare grande e grossa abbastanza da schiacciarmi - ma, per fortuna, non riesce mai a farmi fuori davvero :)
      In secondo luogo l'incapacità di sottrarmi alla sensualità della Speranza, grande ingannatrice; la sola in grado di cullarti come farebbe una madre, sussurrandoti all'orecchio che il mondo che sogni da sempre è dietro l'angolo. Salvo poi, una volta svoltato l'angolo, piantarti una coltellata in pieno ventre, un po' come farebbe un marinaio ubriaco e senza scrupoli conosciuto pochi minuti prima in una bettola. E tu resti là, in ginocchio e con le viscere in mano a chiederti perché e soprattutto come sia stato possibile cascarci - di nuovo!

      Lettura a tratti dolosa, quindi, ma sotto alcuni aspetti catartica. Grazie.

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