lunedì 30 marzo 2020

Fiorella.

Io e Fiorella non ci sentiamo spesso, ormai.
Ma abitiamo vicine.
Quando la incontro mi fa sempre ridere, mi racconta dei figli.
C'è quello gay che ora vive all'estero con il compagno, quello più piccolo che è fidanzato da dieci anni, quella che vive lontano e non chiama mai. Poi c'è quello che fa il professore all'università ed è precario.
Fiorella non ha ancora nemmeno un nipote, ma non si dispera. Ormai mi sa che ci ha rinunciato.
Cor tempo arivano, mi dice.
E' vero, con il tempo arrivano. Arriva un po' tutto. 

Giorni fa mi ha mandato un messaggio e non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa sta facendo in questo periodo in quella grande casa all'angolo, da sola.
Lei e Diana, il suo pastore tedesco alsaziano senza il quale non può vivere.
Immagino sia sempre indaffarata, magari mette a posto, riguarda vecchie foto e sente la mancanza di suo marito. Il secondo, però.
Il primo l'ha conquistata che aveva 17 anni. Una bambina.
Aveva da poco perso la madre e non ci capiva molto in quel periodo.

Quando si è sposata aveva poco più che la maggiore età e ben presto ha scoperto cosa vuol dire avere a che fare con un marito violento. 
Con uno che dopo averti dato una sberla e averti vista uscire di casa per non tornare, decide che tu i Suoi figli non li vedi più. Ma si è scordato che sono anche i tuoi.
Quando mi racconta queste cose non so mai che dire, ma lei ora ci ride su. 
All'epoca aveva un cane, un altro pastore tedesco. Laizza.
Per farle un dispetto, il suo ex marito lo fece sparire. Ma Fiore c'ha la capoccia dura e tanto ha fatto che l'ha ritrovato e se l'è portato via di nuovo, in un buco che le faceva da casa mentre regalava soldi agli avvocati per riprendersi anche i figli, oltre che il cane.

Alla fine comunque ci è riuscita.
E dopo un po' è tornato tutto alla normalità.
Anni di sacrifici, ma con il sorriso.

Del suo lavoro in banca Fiorella conserva un sacco di ricordi ed è soprattutto uno quello che la fa emozionare di più.
Quando ne parla i suoi occhi celesti si bagnano un po' e sembra che all'interno ci siano le stelle.
E' iniziata per caso.
"Al mio capo j'ho detto, nun faccia che finisco in stanza co quello eh". Mi dice sempre.
Ma il caso non esiste ed è finita a condividere l'ufficio con uno che le stava sulle palle.
Ed è lo stesso che poi è diventato l'amore della sua vita.
Padre di altri due dei suoi quattro figli.

Lui è morto da tempo e lei non credo si sia mai ripresa.
Quando ne parla mi sembra di vederlo.
Io non lo conosco, ma mi sembra di sì.

L'ultima volta che l'ho incontrata, ridendo mi fa: "Una coppia di amici mi ha aiutata a fare il trasloco alla casa al mare...mi volevo sdebitare offrendogli una pizza. Ma ce credi che ho prenotato pe quattro?"
Achille è morto da non so quanti anni.
Fiorella quando chiama il ristorante conta sempre un posto in più. Il suo.
Il posto che probabilmente era suo da prima di conoscerla e lo sarà per sempre.
Lei ride.
Io provo a fare lo stesso.
"Me so proprio rincoglionita eh!"
E ride ancora.

Achille, io non ti ho conosciuto, ma tu sei stato un uomo fortunato. 
Anche se questo già lo sai.

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