giovedì 16 giugno 2016

Io non sono una Superdonna.

Ogni tanto ci penso e mi dico che non sono adatta.
In generale, in un sacco di cose.
Penso a mia madre e a come mi ha educato, forse inconsapevolmente.
A casa mia vige da sempre una regola non scritta e quasi mai rispettata: quella di fare sempre del bene, di essere sempre candidi e puri d'animo.
Non so da cosa derivi questa convinzione intrinseca che mi ha inculcato mia madre, forse dalla sua parte religiosa, forse dalla sua parte più debole, ma tant'è che dopo anni mi interrogo e mi chiedo se non sia forse colpa - o merito - suo il mio essere così come sono.
In tutto, intendo.

Sono cresciuta sentendomi sempre un po' meno degli altri, sempre un po' più strana, un po' più debole, un po' diversa.
Non ho mai capito da cosa dipendesse, ma ho ricordi nitidi e tremendi della mia infanzia; di quel momento in cui i tuoi genitori ti lasciano sbranare dal mondo esterno per forza di cose.
Arriva per tutti il giorno in cui bisogna lasciare le ali protettrici di chi si prende cura di noi, o almeno ci prova.
I bambini sono cattivi, perché non si rendono conto. Non hanno le facoltà necessarie per capire cosa è giusto e cosa non lo è, cosa bisogna dire e cosa bisogna tenere per sé.
Mi ricordo un sacco di episodi nei quali ero completamente indifesa, completamente abbandonata a me stessa e senza possibilità di chiedere aiuto.

Credo sia la più grande lezione di vita, questa.
Essere lasciati in balia di noi stessi, prima o poi, ti fa capire quanto e come reagire.
Cosa fare, cosa dire, per non sprofondare completamente.

Insomma si cresce, si cambia, ci si plasma. Ognuno a modo suo. Ognuno con i suoi tempi.
Io ad oggi credo di aver trovato la mia dimensione e non so ancora se mi piace.
So che non sono quel tipo di donna.
Quel tipo di donna che si fa aspettare per ore, quel tipo di donna che sostituisce gli affetti così come le scarpe da giorno a quelle da sera.
Non lo sono e non voglio esserlo.

Credo di essere un altro tipo di persona.
Uno dei Dieci Comandamenti recita così: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.
Ho seppellito la mia parte ecumenica diversi decenni fa, ma in questa massima ci credo fermamente.
Ecco, credo di essere quel tipo di donna lì.
Quella che non fa niente di ciò che non vorrebbe fosse fatto a lei.

Quando mi guardo allo specchio segno mentalmente quanti centimetri in meno vorrei su alcune parti del corpo e quanti centimetri in più invece vorrei su altre.
Poi ci penso e mi dico che vorrei essere quel tipo di donna sicura e abbastanza fredda da non farsi scalfire da niente.
Vorrei essere il tipo di donna che non ha bisogno di nessuno.
Di quelle donne così fiere che non perdono tempo appresso a chi di tempo per loro non ne perde.

Ecco, io sono l'opposto esatto.
Ancora non ho capito perché accetto che gli altri si comportino con me in modi così assurdi che a spiegarli, la gente, non ci crede.
La soluzione sta probabilmente nel fatto di non essere una Superdonna, anzi il contrario.
Una di quelle che non ti fa aspettare, di quelle a cui basta ridere, di quelle che non importa dove come e quando, ma saranno sempre dalla tua parte.
Di quelle pronte a chiedere scusa per aggiustare le cose.
Più che Superdonna credo di essere una Supercretina, ma già so che non imparerò mai.

2 commenti:

  1. ..eccomi ancora una volta...mi sento come se fossi in ritardo a un appuntamento...io che generalmente sono puntuale...comunque...considerando ciò che scrivi e ciò che ribadisci in questo tuo ultimo post...mi viene da scriverti che proprio per questo dovresti ritenerti una superdonna...perché appunto ragioni e ti comporti in maniera totalmente differente dalla maggioranza dell'universo femminile di oggi. Capisco che agli occhi degli altri e dei tuoi possa sembrare così ma sinceramente, una persona pronta a fare autocritica, sincera e onesta con se stessa e con gli altri, e che si comporta per come è, e non per come la società gli impone di fare...bé io vedo questa come una Superdonna..perché non ha bisogno di tutina e mantello e riesce a non essere assorbita dalla massa e quindi proprio per questo resta unica e preziosa.
    Spero che nonostante giugno e l'estate non siano tra le cose che ami...stiano andando meglio di come ti aspettavi...buon resto della giornata!

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    1. stavolta sono io che arrivo in ritardo!

      Non so, spero tu abbia ragione, ma spesso mi rendo conto di quanto in realtà passi in secondo piano tutto quello che faccio o non faccio. E' tutto molto sprecato, come sai.

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