mercoledì 18 novembre 2015

Luna.

Mi sento un po' raffreddata.
No, non nel senso che mi soffio il naso ogni cinque minuti.
Sento che c'è un vuoto incolmabile, ecco. Questo sento.
Quei vuoti che fanno venire freddo, appunto.

Ieri è successa una cosa orribile.
Dopo - quasi - 14 anni di onorata carriera, è arrivato anche il tuo momento.
Un momento terribile che speravo di rimandare da sempre e per sempre.
Ma non è e non sarà mai così.

Stare a casa senza di te è brutto.
E per brutto intendo che non passa un minuto senza il quale io ti venga a cercare nelle stanze, per vedere se stai bene. 
Come facevo da sempre.

Ieri sera, dopo il triste accaduto, sono tornata a casa solo con la voglia di farmi una doccia bollente.
Ho aperto la porta e non c'eri lì davanti, pronta a scodinzolare per darmi il benvenuto.
Sono passata in cucina e avevo dimenticato un biscotto sul tavolo, dalla colazione. Ho pensato "adesso glielo do a Luna", poi mi sono ricordata e mi si è stretto il cuore.

Stamattina dovevo alzarmi presto e avevo impostato la sveglia una ventina di minuti prima, per la nostra solita passeggiata mattutina. Ma oggi mi sono sentita un'idiota.
Non c'era nessuna passeggiata.
Faticherò a farci l'abitudine.

Sono qui che scrivo, al mio solito posto, il posto dal quale allungando un po' il collo ti vedevo dormire vicino a me. Lo stesso posto dove tante volte hai elemosinato del cibo che non ti è stato mai negato, perché con quegli occhioni lì chi poteva farti mancare qualcosa?!
Appunto.

A casa siamo tutti scossi.
Manchi già a tutti.
Si sente che c'è qualcosa che non va.
E per la prima volta non ci sei tu a venirci incontro quando siamo tristi.

Sei e sarai sempre insostituibile.



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