martedì 1 dicembre 2015

Di nuovo Roma.

Sono tornata, ma non volevo.
Certe volte tornare a casa è un po' morire. Ho lasciato qualcosa a Dublino, ma devo capire cosa.
Non credo sia un pezzo di cuore, come solitamente si dice. Non credo sia quello.
Credo sia altro. Tipo la voglia di visitarla ancora, forse.

Ricominciare a dormire da soli fa schifo.
Ho sempre considerato i viaggi la prova del nove, per tutto. Per capire se con una persona puoi stabilire qualcosa di vero e per capirlo devi viaggiare. Viaggiarci.
Vivere una persona 24 ore su 24 è appagante. Anzi, non una persona, ma LA persona.

In Irlanda mi sono sentita bene.
La gente mi parlava, di tutto, ogni cosa. Si avvicinavano e parlavano.
La trovo una cosa carina, quando sono fuori casa.
Per la prima volta non mi è mancato niente mentre ero via.

Da sempre viaggiare per me significava partire e sapere di aver dimenticato qualcosa a Roma.
Qualche sentimento, ad esempio.
Partivo con un bagaglio che pesava più di quanto doveva, perché ci mettevo dentro tutto.
I rimpianti, le occasioni perse, le situazioni che non combaciavano mai e un tempismo inesistente.

Questa volta è stato diverso.
Sono partita con una valigia leggera, una mente leggera, un cuore leggero.
Ogni tanto mi sono interrogata sul perché le persone facciano di tutto per rovinare quello che di buono hanno, rientrando da sempre in questa categoria mi è sembrata una domanda lecita.

La risposta non la so, non sono riuscita a darmela, ma la scusa dell'avere paura non regge più.
Bisogna trovarne un'altra, una che sia vera possibilmente.
Oppure bisogna smettere di farlo, semplicemente. Memo per me stessa.
Forse la bellezza di partire con un bagaglio - mentale - leggero sta nel tornare a casa leggeri.

Tornare a casa leggeri significa non essere tristi perché non si è più in viaggio, ma essere contenti di poterne fare ancora e ancora e ancora e ancora.
La parola ancora è una lama a doppio taglio, da una parte c'è l' "ancora" gioioso, quello che ti fa vivere qualcosa ancora una volta; dall'altra l'atroce "ancora", quello che ti fa vivere qualcosa ancora una volta.

La differenza è sottile, ma c'è.
E quindi: 
Chi vuol essere lieto sia,
del doman non v'è certezza.

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