lunedì 27 luglio 2015

Storie di prime volte e altre cose.

A Dicembre ho scoperto di essere un'eccezione.
L'eccezione.
Mi è successa una di quelle cose che di solito succedono agli altri.
Quelle che iniziano con "l'amica di una mia amica..." e sai già che questa fantomatica amica non esiste.

Anni fa, forse il 2010, avevo conosciuto un ragazzo.

Bello come il Sole.
Ricordo ancora che appena lo vidi entrare nel locale dove eravamo, pensai che lo volevo con ogni cellula del mio corpo.
Chiaramente, come succede ogni singola volta, era fidanzato.
Fidanzato con la classica sciapettina, niente di che.
La classica ragazza che ti fotte sempre situazioni migliori, quella da presentare a casa, agli amici.
Quella su cui forse punti tutto.
Quella che io non sono mai stata. Per capirci.

Ricordo di aver pensato "e te pareva!"

Non ci avevo nemmeno perso tempo.
Non avevo nemmeno fatto fare voli pindarici alla mente, quelli che partono da un normalissimo Ciao e finiscono a fantasticare su cose impossibili ed improbabili.
Sai tipo, ville in montagna, 7-8 cani che scorrazzano in giardino.
Due o tre figli, un matrimonio in una bella chiesa storica di Roma.
Nessun pranzo di Natale io, lui, i miei ed i suoi.
Nessun anello.
Nessuna vacanza insieme.
Insomma quelle classiche situazioni a cui pensi mentre dovresti fare tutt'altro.
Niente.
Niente di niente.

L'avevo dato per perso. Da subito.


Lo so, leggendo sembra di star guardando una classica commedia americana.

Quelle di cui sai già la fine.

Comunque, negli anni, poi ci ha pensato la vita a regalarmi tutte le illusioni che in quella situazione mi ero evitata. Negli anni, ogni singolo sogno, trasformato in speranza e poi illusione, inevitabilmente l'ho visto correre veloce verso un baratro di lacrime mai piante.


Nel corso del tempo ho avuto modo di rincontrarlo, questo ragazzo.

Capitava, insomma, che in occasioni sporadiche e assolutamente casuali, ci ritrovassimo nello stesso luogo, talvolta con le stesse persone.
Due chiacchiere, la sua - ex - ragazza sempre al seguito e via dicendo.

Nel 2013, in vista di un incontro quasi organizzato, capitò infatti di incontrarci.

E lì, dopo tanti anni, sentii che ancora mi piaceva.
Quel tanto che bastava per tornare a casa e addormentarmi dicendomi che mai e poi mai sarebbe stato mio.
Il classico modo che abbiamo noi disperati per prendere sonno, per capirci.

Faceva un caldo che ancora me lo ricordo.

Avevamo parlato tanto, quella sera.
Non era mai successo. Non così tanto.
Questa cosa mi aveva colpito, anche se lui, oggi, dice che non se lo ricorda.
Poi abbozza un sorriso e io capisco che, in fondo, sì, se lo ricorda.

E quindi gli anni passano.

E con loro anche tutta la mia voglia di vivere.
La mia condizione era quella di trascinarmi a destra e a manca, annusando situazioni da lontano per capire subito che lontano non sarebbero mai andate.

Poi un giorno.


Inaspettatamente. 

(Ma per davvero eh!)

Era Dicembre.

Era Martedì.
Non mi prendete per matta, ma io le cose importanti me le ricordo.
Questo smartphone, che a detta di mio padre è ciò che di più inutile esiste al mondo, una cosa utile, alla fine, l'ha fatta.
Ebbene: mi ha rimesso in contatto con questo ragazzo bello come il sole.
Ed è successo così, "per caso".
Anche se sappiamo che il caso non esiste.

E abbiamo iniziato a parlare.

Tanto.
Io ero tornata una ragazzina.
Come si illuminava il telefono scattavo in piedi.
E se non era lui ci restavo malissimo.
Avevo il cuore in gola, continuamente.

A distanza di qualche giorno ci siamo incontrati.

Era domenica.
Faceva freddo. Tantissimo.
C'era ai nostri piedi una Roma addormentata, pronta a ricominciare la routine quotidiana.
Una Roma che si preparava al ponte dell'8 Dicembre.

Ed io ero con Lui.

E non ci potevo credere.
Non ci potevo credere che era uscito proprio con me.
Appena salita in macchina, l'avevo guardato. Lui era di profilo.
Guidava.
Parlava.
Ed io ho dovuto distogliere lo sguardo, perché sono certa di aver avuto un'espressione idiota.
L'espressione di una persona totalmente incredula.

Era Dicembre.

Ed io stavo bene.
Lo sentivo che stava per cambiare tutto.

Ed ora siamo a Luglio.

Io sto ancora bene.
Lunedì partiamo per Milano, io e Lui.

Prima o poi mi convincerò anche a vomitare sto "ti amo".

E non venitemi a dire che il Destino non esiste.

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