giovedì 23 luglio 2015

Sarebbe troppo.

Ho talmente bisogno di cambiare che da giorni guardo il catalogo di IKEA pensando a cos'altro ficcare nella mia stanza.
Vorrei buttarci una bomba e rifarla da capo.
La stanza. Purtroppo.

E' un bisogno di evasione, più che altro.
Se solo ne avessi la possibilità sarei già scappata lontano.
E per lontano intendo in un altro quartiere.
Quel tanto che basta per avere la propria intimità, i proprio spazi.
Che al momento sono praticamente inesistenti.

Sebbene io odi l'Estate con ogni cellula del corpo, è il momento in cui vivo serena sapendo che almeno due settimane in dodici mesi sono solo mie.
Mie senza accolli paurosi.
In quelle due settimane è tutto come voglio io.
I miei orari, i miei gusti, i miei spazi. Appunto.

Però due settimane l'anno sono pochine, se ci pensi.
Da un anno circa vivo in una situazione come di stallo, come se questo vivere dove vivo e questo sentire ciò che sento, siano solo operazioni transitorie.
Sono cose momentanee.
Forse questo è ciò che mi aiuta a guardare avanti senza lamentarmi troppo.

Non ho mai capito appieno il senso della famiglia.
Molti dicono che sia lì per supportarti, ma non essendo mai successo, nel mio caso, mi sono sempre chiesta per quale altra ragione ci sia stato questo bisogno di creare un nucleo di persone che, per quanto ne so, potrebbero anche starsi sul cazzo a vicenda. Tutti.

Voglio dire, è una crudeltà obbligare due, tre, quattro, cinque e nei casi più sfortunati anche sei o sette o più persone a vivere sotto lo stesso tetto, sempre.
Senza possibilità, nemmeno apparente, di trovare una scappatoia.

Per questo non ho mai biasimato troppo le stragi familiari.
Per carità, non dico che ne compierei una (per quanto..)
Semplicemente dico che la gente è quello che è.
Le persone, tutte, sono esseri che si formano da soli, arrivati ad un certo punto.
E magari nella crescita scopri che sei diverso da come ti volevano e lì si consuma il vero dramma.

Nella mia visione utopica del mondo, superata la maggiore età, uno esce di casa per non tornarci.
Mai più.
Forse solo la Domenica a pranzo.
Ed è curioso perché la mia visione utopica è molto simile alla Germania.
Peccato che io in Germania non ci andrei a vivere mai. Bella eh, però...

Niente, quindi mi ritrovo a sfogliare cataloghi online.
Scegliendo nuovi mobili, pianificando sfiancanti giornate alla ricerca della misura perfetta.
Anche il colore delle pareti mi va stretto, adesso.

Voglio cambiare tutto.
Ho anche pensato di tagliarmi i capelli.
Che, per chi non lo sapesse, è come se decidessi di avere un figlio.
Una cosa importante, insomma.

Ma la vera tragedia, il vero cruccio, è sapere che anche tagliandomi i capelli, anche cambiando colore alle pareti della mia camera, anche buttando una bomba nella mia vita, tutto e dico tutto, rimarrebbe uguale.

E quindi che senso ha?
Ha il senso di donarmi dieci giorni di serenità.

Io vado avanti così, come fossero buoni del supermercato, offerte imperdibili.
Sempre alla ricerca di quei dieci giorni di serenità.
Perché di Felicità sarebbe troppo.

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