mercoledì 1 aprile 2015

La salvezza è dire "a domani". E crederci.

Ho incontrato una persona, o meglio sarebbe dire ri-incontrato.
Una di quelle che nell'immaginario comune viene fatta passare per inesistente. E invece esiste. E tanto.
Esiste a tal punto da farti rivalutare una vita intera, esiste da farti piangere come se avessi trovato acqua fresca in un deserto.
Perché forse è questo che hai trovato.
L'acqua fresca. O la salvezza.
E la salvezza arriva così, in una giacca blu della Lyle and Scott, in un paio di Adidas e in un sorriso bello e sincero. 
Di quei sorrisi che fanno mille rughe intorno agli occhi, di quelli con la dentatura perfetta.
Quelli che non avevo mai visto.
La salvezza è lo Zodiaco di Roma, alle 04:00 di notte, con tutte le luci spente e la paura di non farcela neppure stavolta.
La salvezza è guardarsi dentro, non riconoscersi e voler puntare in alto.
Talmente in alto che non credevi nemmeno esistessero salite così ripide. E così stupende.
La salvezza è parlarsi sottovoce, restare abbracciati, anche in silenzio e prendersi in giro.
Ed è incredibile come la salvezza, in fondo, assomigli poi così tanto all'Amore.
Si dice che la gente debba accettarci per quello che siamo (o quello che crediamo di essere?)
E invece quando vedi quegli occhi, quelle mani e quelle braccia stringerti, ti viene da chiederti se sia tutto giusto e vorresti essere la persona migliore del mondo per meritarti tanto.
E chi l'avrebbe mai detto che, anni fa, alle spalle del Colosseo, fra la Roma sparita e la goliardia pronunciata io, incontrassi proprio la mia ancora.

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