mercoledì 26 novembre 2014

Novembre.

Ho deciso di ricominciare a scrivere su un blog perché quaderni e quadernini mi iniziavano ad andare troppo stretti. O forse perché se me li trovo davanti e mi avventuro a leggere le mie stesse righe, mi viene un groppo in gola che mi fa smettere di botto.
Bisogna scrivere e dimenticare, mi sa che è proprio questo il segreto.
Non so come funziona, se bisogna presentarsi, se è necessario dedicare un trafiletto a cosa si fa, cosa si è, cosa si ama e cosa si odia, ma anche se fosse, non voglio farlo.
Le presentazioni rovinano tutto, cercano di venderti bene un prodotto che col tempo si usura, si perde, si devitalizza. E forse devitalizza un po' anche te.
Forse, al posto di presentare, sarebbe meglio scoprire.

Oggi a Roma piove.
E' uno di quei rovesci tipici di Novembre, che anche se è mezzogiorno sembra quasi che il Sole stia per tramontare. Queste giornate mi piacciono, mi scaldano, in un certo senso.
Mi danno l'illusione che è solo pioggia, che passa. Basta aspettare.
E poi mi dimentico che per mesi e mesi, spesso di piovere non smette mai.
Ma ogni nuovo giorno mi porta a sperare che manca poco. Che in fondo è quasi finita.
Novembre è da sempre il mio mese preferito, lo vivo e penso sia un'occasione.
Non so bene per cosa, sono ventidue anni che cerco di capire di che occasione possa trattarsi.
O forse è solo il mese della speranza. E della pioggia.

Ho un ricordo per ogni mese della mia vita,
ma gli altri mesi non sono Novembre.
Gli altri mesi non si colorano di aspettative, nemmeno un po'.




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