lunedì 23 marzo 2020

Sail On.

Siamo in quarantena e lo sanno tutti.
Siamo in primavera e lo sanno tutti.
Oggi guardo fuori e c'è un vento che ti sposta e ho le mani fredde.
Fredde che non riesco a spingere bene nemmeno i tasti del pc.
Fredde che vorrei metterle al riparo.
Fredde come quelle che certe volte mi hanno toccato il cuore.

Penso spesso a quello che vorrò fare quando tutto questo casino sarà finito.
A un pranzo al mare, con la spiaggia vuota e qualcuno che ci porta il cane a correre. 
A un weekend fuori, con il mio parka nuovo e il telefono in mano per fare delle foto.
Alla mia pelle nuova, rigenerata da settimane senza trucco.
Penso che sarà tutto più bello.

Come quando sei nella merda e tutto quello che hai intorno sta crollando.
Quante volte muovendomi fra le macerie della mia esistenza mi sono detta "Cambierà".
E qualcosa poi è cambiato davvero.
Quante volte facendo attenzione a rimanere in equilibrio mi sono detta "Questa cosa finisce e arriva il bello, deve arrivare". 
E deve arrivare davvero, il bello.

Altrimenti che facciamo qui? Cosa aspettiamo?
Io mi accontenterei anche solo di non piangere più così tanto.
Piango perché certe cose mi fanno male al cuore e piango perché altre invece mi fanno bene.
Non sono abituata a ricevere, niente.
Così ogni briciola di tenerezza diventa per me una miniera d'oro. E mi ci aggrappo distruggendomi le mani.

Allora penso a certe cose che sono successe.
A giorni lontani e a giorni vicini.
Penso a quanto vorrei ora fare quello che amo da sempre, con chi amo da sempre.
Penso che il caso non esiste e siamo tutti burattini di un destino scritto da qualcuno che probabilmente ci ha voluto molto bene e molto male allo stesso tempo, ma che in fondo non può lasciarci perdere.

Le cose ritrovano il loro posto.
Le cose importanti tornano dov'erano.
Anche se nel mezzo le avevi perse, buttate magari.

Le anime sono in trasloco, a volte.
Ma poi Casa è una sola e a un certo punto la trovano tutti.
Io so che è così. Deve esserlo.








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