martedì 21 gennaio 2020

Sonetti sbagliati.

Ho scritto per te le parole più belle che conosco, le conservo tutte per quando un giorno potrò dirtele.
Ho immaginato paesaggi, inventato storie, idealizzato scenari. 

Un giorno te li racconterò uno per uno, ma spero non saranno mai più belli dei paesaggi veri, delle storie vere e degli scenari veri scelti per noi.

La vita è incerta e tutto è instabile, ma voglio credere che non giochi così sporco. Che l'illusione lascia spazio alla realizzazione e che tutto trova il senso che in realtà ha sempre avuto.

Ho deciso di dare, senza aspettare che qualcosa torni. Ma un pochino ci spero sempre.
Ho deciso di provare, senza calcolare le probabilità di riuscita.

A volte vado giù in picchiata, altre invece potrei dare lezioni di volo. Certi giorni mi spiaccico per terra, altri sono inarrivabile. A volte invece vacillo e basta.

Spesso piango. 
Anche di gioia. 

Quando ti penso credo ai miracoli. 
Quando muoio dentro un po' meno.

Se guardo il futuro lo sacrificherei tutto, per un'ora in più. Un'ora in cui le parole più belle che conosco possano saltare fuori dal mio stomaco, trovandoti.

Arrivandoti dritte in petto, le mie parole, ti farebbero tremare. Tremare come davanti a un tramonto stupendo, tremare come quando hai un po' paura, ma in fondo ormai è tardi.

Ma è davvero tardi? 
O forse è appena cominciata? 

Per fortuna - e che fortuna - che tu m'hai fatto tanto male.
Così quello che è venuto dopo non l'ho proprio sentito.

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