venerdì 11 novembre 2016

Novembre.

Novembre è sempre stato il mio mese preferito, anche se a spiegarlo, poi, mica lo so il perché.
Ci sono cose che ci piacciono e basta, senza una ragione vera e propria. Come le persone.
Per me è un periodo strano, come il tempo ultimamente; a volte fa ancora caldo, un caldo che ha davvero poco a che vedere con questo mese così autunnale. Altre volte invece fa freddo e tutto sembra conciliare perfettamente con la nostalgia tipica di questa fase.
Giorni fa un'amica di famiglia mi ha inviato delle vecchie foto dove compaio ancora biondissima e riccissima e piccolissima, mi sono arrivate dritte come un pugno in faccia.
Quante volte ho desiderato tornare indietro e rifare tutto da capo. Anche se poi, se ne avessi l'occasione, non so quanto sarei in grado di rimettere tutto a posto e farlo andare come vorrei.

Adesso non compaio più nelle foto di famiglia, non che ce ne facciamo poi tante, ma non ci sono nemmeno in quelle poche e sporadiche che vengono scattate. Non lo so nemmeno io il perché.
Le cose sfumano e credo questa sia una di quelle.
Novembre si trascina dietro un velo di malinconia che, più che un velo, è una matassa pesantissima che ricopre tutto come la strana nebulosa che si trovava nei salotti intellettuali dell'epoca di Walter Benjamin. Tale e quale, ma più triste.
Ci sono giornate che mi attaccano come si attaccano i cani alla gola quando litigano e ne porto il peso finché non vado a letto. Vorrei fare un viaggio, partire, spostarmi, andare via, anche per poco, almeno per riprendere fiato.

Sembra che tutti abbiano trovato il loro posto nel mondo, tranne me.
Giorni fa ho visto uno dei miei più grandi amici laurearsi per la seconda volta, mentre io sono qui che arranco ancora per la prima. Ho visto sua mamma commuoversi e mi si è stretto il cuore, io non so nemmeno se la mia ci verrà alla mia seduta. La verità è che non so proprio niente.
Ho sempre invidiato quelli che a vent'anni pensano di sapere tutto; io non solo non sono fra questi, ma mi sta anche balenando nel cervello l'idea di non voler sapere proprio nulla. Mai.
Forse ci si difende non sapendo, chissà.
Una sorta di "stupidi, ma felici" rivisitato.
Ho la sensazione che quando vengo a conoscenza delle cose, queste, inesorabilmente peggiorino.

Ho maturato l'idea di fregarmene di come appaio.
Sembra la più grande banalità mai sentita, mi rendo conto. Quello che voglio dire è proprio che non mi interessa apparire fragile, debole, sensibile, triste, troppo triste, sventrata da dentro a fuori. Non mi interessa, perché adesso è questo quello che sono.
Me lo ricordo quando non era così e sì, certamente, mi manca, ma al momento non trovo una via d'uscita estremamente valida per mostrarmi in modo diverso da quello che realmente sono ora.
E' così. E la gente deve farci pace.
Spesso sembra di dover essere forti per gli altri, per non farsi vedere a pezzi da fuori, perché potrebbero pensare che sei una persona troppo delicata per vivere.

Giorni fa ripensavo ad una delle tante volte in cui mi trovavo nella metro di Londra.
Era stata una giornata faticosa: ero con amici che non ci erano mai stati e non so perché, anche nei posti che non sono i miei posti, tocca a me fare da Cicerone. Sempre.
Avevo camminato tutto il giorno e quel sedile scomodo del vagone dell'underground mi sembrava la cosa più confortevole del mondo. Una sensazione impagabile.
Poi è successa una cosa.
Davanti a me due ragazzi hanno iniziato a litigare. Lei lo accusava di qualcosa e lui scuoteva la testa; poi lui accusava lei e lei alzava la voce. Non mi piacciono i litigi, in generale, ma vuoi o non vuoi quando li hai davanti, per forza di cose, te ne interessi. E chi dice che non è vero mente.

Insomma le fermate ed i minuti continuavano a passare e loro a litigare. 
Ad un certo punto lui credo stesse proprio sul punto di lasciarla, o quasi, perché lei iniziò a piangere così tanto che per poco non allagava la metro.
In quel momento si è fermato tutto. Quando dicono "in Inghilterra puoi fare come ti pare, tanto non ti dice niente nessuno", non è così. E' che alla gente non frega un cazzo. E non sempre in positivo.
In quel momento, dicevo, lui - che era in piedi davanti a lei, sul punto di scendere - è tornato indietro e ha iniziato a urlarle "vedi? Queste sono cazzate, tutte cazzate, perché io ti amo cazzo!".
Lei, come era prevedibile, ha iniziato a singhiozzare ancora di più e quasi quasi c'ero anche io. Dopo qualche fermata lei aveva smesso di piangere, lui di urlare e nella mia testa l'Amore aveva trionfato.

Mi auguro che tornando a casa abbiano sfondato il letto per fare pace e adesso si amino ancora allo stesso modo.
E' una cosa a cui ripenso da anni, non l'ho mai dimenticata. Io non so che fine abbiano fatto e con ogni probabilità, sogni e favole a parte, si saranno anche lasciati, ma quello che ho visto era reale.
E' diverso litigare quando ci si ama. 
A fasi alterne mi torna in mente questo ricordo perché mi aiuta a mantenermi lucida. Ed è ironica come cosa, perché quei due non sanno nemmeno che esisto, ma mi hanno fatto un favore senza saperlo.
Quel "because I fuckin' love you!" al tempo mi ha fatto capire tante cose. Anche se loro non lo sanno.

Quando vedo o ripenso a scene del genere capisco che non è tutto perduto, in generale.
Quello che vorrei è non doverlo pensare di me. O meglio, vorrei credere che ci sia speranza. Non so come, non so quando, non so perché, il pensiero comunque dovrebbe essere che trionfi.
Le cose continuano inesorabilmente ad andare verso una deriva melmosa, quello che mi auguro è che ad un certo punto ci sia così tanta melma che costringerà tutte queste cose a fermarsi, senza continuare ad andare giù e più giù ancora.
Se penso al mio futuro, non importa quanto futuro, anche prossimo, io non so cosa dire.
Non ho un piano, perché tutti quelli che avevo fatto in precedenza sono svaniti e adesso non ne ho più. Forse non vale la pena farne, forse devi lasciare che le cose vadano.

Recentemente mi hanno detto che in futuro sarò meno spaventata, più consapevole. Ma mi hanno detto anche che ho ancora qualche girone infernale da scontare. Speriamo duri poco.
Nella mia testa, l'unica e martellante domanda, è sempre la stessa: un'incessante suono fastidioso che mi obbliga a chiedermi perché.
Perché di tutto.
Perché fino ad ora è dovuta andare così.
Perché a me.
Perché non vedo vie d'uscita.
Perché sembrano essere tutti in fuga.

Non faccio progetti, non faccio pronostici, non faccio strani voli pindarici con la mente perché ho imparato che - forse - non serve, tanto la vita decide da sola e a volte ti include nel suo progetto.
Altre volte invece verso mezzanotte sei a casa ad interrogarti, a pensare ad una coppia londinese incontrata tanti anni fa e a scrivere su un blog; che è quello che è, insomma.



Vorrei solo essere di nuovo quella che non ha paura.

1 commento:

  1. Ciaooo...eccomi...ho appena letto il tuo pensiero su Novembre...che dirti...sei come al solito un attenta osservatrice degli altri...li guardi..li capisci..forse più di loro stessi...ma tendi a lasciarti in disparte a mettere gli altri davanti a te...per questo tralascio praticamente tutto e salto alla parte finale...perché è quella che mi piace di più...forse perché "la vita decide da sola..." mi sembra decisamente la frase perfetta per riassumere il tuo novembre...ma anche per riassumere forse quello che lentamente stai diventando...cioè una donna che acquista consapevolezza di quello che è ora..e quindi con la testa al presente... a oggi. La scena della metro fa parte si del passato ma la guardi con gli occhi e il cuore di adesso..ed è questo l'importante. Questi giorni..dopo il lavoro a Napoli...qui a Roma sto traslocando...finalmente dopo gli ultimi anni saturi di lavori infiniti..riesco a cambiare...una casa come la volevo..nella zona in cui volevo..e mentre ancora oggi faccio scatoloni su scatoloni...riaffiorano dal passato milioni di cose..e ognuna di esse porta con se un ricordo...una scena..un qualcosa di bello o brutto che sia ma che ho già dentro di me...e infatti ho buttato cose che forse anni fa non avrei mai buttato...ecco..la mia consapevolezza in questo novembre è questa...essermi reso ancora più conto che appunto le cose vanno e vengono..a volte decidiamo noi..molto spesso lo fa la vita..il passato è passato..mentre quello che verrà è tutto da scoprire..che sia bello o brutto...ma tutto da scoprire...quindi spero che novembre..ti porti qualche sorpresa..anche se manca poco...e poi arriverà dicembre...che immagino non sia tra i tuoi mesi del cuore...ma anche in quel caso...per quanto puoi e vuoi...un pochino...lasciati sorprendere...

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